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Lego e Robotica Educativa

 

Lego e Robotica Educativa sono un'accoppiata vincente per stimolare l'apprendimento non solo riguardo alla robotica e al coding, ma migliorano l'inclusione scolastica, la capacità dei bambini di lavorare in gruppo, la motivazione allo studio e la capacità di apprendere in maniera autonoma.

Essendo un AFOL, cioè Adult Fan Of Lego, non posso fare a meno di parlare di una serie di prodotti Lego ad uso “didattico”, cioè la linea Lego Education, che coinvolgono i ragazzi delle scuole in una serie di attività utili a stimolare l'apprendimento e la cooperazione.

L'azienda Lego è da sempre impegnata alla realizzazione di prodotti utilizzati per l’educazione e la promozione dell’apprendimento, tant'è che i set Education non si trovano nei negozi di giocattoli o negli store ufficiale, ma solo da rivenditori specializzati in materiale per la didattica.

Questi set sono pensati per il rafforzamento delle cosiddette competenze STEAM, ovvero le discipline essenziali del 21 secolo e che serviranno sempre di più agli adulti di domani, cioè scienze, tecnologia, ingegneria, arte e matematica.

Sono quindi set che utilizzano la robotica e il coding non soltanto con il fine di insegnare queste due cose, ma per favorire l’apprendimento su più larga scala. Ed è qui che entriamo nell’area della cosiddetta robotica educativa.

Che cos'è la Robotica Educativa (RE)

La Robotica Educativa (o RE) è una disciplina nata negli anni 70 e fondata da Seymour Papert, un matematico, informatico e pedagogista che ha elaborato una teoria sull’apprendimento detta COSTRUZIONISMO.

L’idea di Papert è che apprendiamo meglio costruendo “artefatti”. La costruzione agevola l’apprendimento e dato che lui era un informatico, propone come attività la robotica, cioè attività di costruzione e scoperta di un modello, di un robot, e la sua programmazione per definire il comportamento dell’oggetto costruito.

Robotica deriva da robot. Un robot capace di compiere delle azioni in base ai comandi dati dall’uomo. È costituito da 2 elementi, l’hardware cioè l’insieme delle componenti fisiche che costituiscono la macchina, e il software, cioè il codice che costituisce il comportamento.

Sempre più spesso la Robotica Educativa è utilizzata nelle scuole perché nei gruppi di pari ha tantissimi vantaggi. Ho detto che favorisce l’apprendimento, certo. Ma favorisce anche l’inclusione scolastica perché è particolarmente adatta a tutti quei bambini e ragazzi con dei bisogni educativi speciali (BES e DSA). Aumenta le capacità di lavorare in gruppo, migliora la motivazione allo studio, aumenta l’interesse di un alunno ad apprendere in autonomia.

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Cosa sono i Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA)

 

I Disturbi Specifici dell'Apprendimento (DSA) sono un tema relativamente recente nel panorama italiano, ma quando se ne parla c'è sempre molta confusione in merito. Proviamo a fare chiarezza.

Cosa sono i Disturbi Specifici dell'Apprendimento (detti anche DSA)?

Contrariamente al nome che gli è stato attribuito, un DSA NON è UN DISTURBO nel senso stretto del termine, ma sarebbe più corretto chiamarlo CARATTERISTICA, presente in quelle persone che hanno delle difficoltà nell'apprendimeto della scrittura, della lettura e della matematica.

 

Quindi i DSA riguardano le abilità di LETTURA, di SCRITTURA e di MATEMATICA.

Una caratteristica dei DSA è che sono di origine neurobiologica, ciò significa che DSA ci si nasce, non si diventa. Se questo fatto da un lato spaventa, dall'altro va a sfatare tutta una serie di false credenze frutto di una scorretta informazione. Non è raro, infatti, sentire frasi del tipo:

"i DSA sono solo bambini capricciosi",

oppure:

"il DSA è il frutto di una mala-educazione dei genitori",

o ancora:

"i DSA sono colpa degli insegnanti incompetenti".

 

Quindi alla luce di questi fattori non si può parlare di "riabilitazione" DSA. Come dice la parola, si RI-ABILITA solo qualcosa che prime era presente e per qualche motivo non c'è più. Si parla invece di POTENZIAMENTO, inteso come quelle attività che vanno a migliorare determinate attività di base (lettura, scrittura, calcolo). Per un DSA il potenziamento è fondamentale perchè senza di esso lo studio viene affrontato con fatica, con scarsa concentrazione, con DEMOTIVAZIONE e BASSA AUTOSTIMA.

Un altro errore molto comune è credere che DSA sia sinonimo di DISLESSIA ma, come vedremo più avanti, la dislessia, che riguarda l'abilità di lettura, è soltanto UNO dei disturbi dell'apprendimento, che includono un gruppo eterogeneo di difficoltà nelle 3 abilità elencate prima: SCRITTURA, LETTURA e MATEMATICA.

 

DSA e intelligenza

Un DSA è per definizione una persona INTELLIGENTE.

La difficoltà nell'apprendimento non è dovuta ad altre cause, per questo in fase di valutazione si effettuano test cognitivi per valutare il livello di quoziente intellettivo.

L'intelligenza deve essere nella media o sopra la media, altrimenti NON SI PUO' PARLARE DI DSA.

Lettura, scrittura e matematica

Vediamo ora le difficoltà nell'apprendimento che riguardano queste tre grandi abilità:

ABILITA' DI LETTURA - DISLESSIA

ABILITA' DI SCRITTURA - DISGRAFIA e DISORTOGRAFIA

ABILITA' DI NUMERO/CALCOLO - DISCALCULIA

Questi sono i quattro Disturbi Specifici dell'Apprendimento

Dislessia

La dislessia si manifesta con una lettura molto lenta e ricca di errori rispetto alla media. Naturalmente tutti commettono errori di lettura, ma un dislessico ne compie molti più della media.

 

Da che cosa deriva la dislessia?

C'è una mancata automatizzazione di abilità di lettura decifrativa come testi o parole. Si presenta una difficoltà nel momento in cui il bambino va a leggere un brano, che non si spiega sulla base della sua intelligenza.

La DIAGNOSI è possibile a fine seconda elementare attraverso prove di lettura di brano, parole e non parole.

Cosa si può fare? Adottare un diverso metodo di studio, senza una lettura diretta. La lettura va, quindi, veicolata attraverso le immagini, la lettura dell’insegnante, la lettura automatizzata o l'utilizzo di video.

Potenziamento della velocità di lettura: Con un esperto, si andrà a potenziare la velocità di lettura tenendo conto che, più velocemente riesce a leggere il bambino, meno fatica proverà.

Disgrafia e Disortografia

La DISGRAFIA riguarda bambini che scrivono male, si manifesta con grafia illeggibile.

 

Da che cosa deriva la disgrafia?

Deriva da difficoltà motorie nel realizzare il gesto grafico.

 

La DIAGNOSI è possibile a fine seconda elementare.

 

Cosa si può fare? A scuola nei compiti scritti non dare una valutazione negativa per via della scrittura, ma cercare un’integrazione orale. Dare del tempo in più per lo svolgimento del compito.

 

Potenziamento: l'obiettivo del potenziamento è il raggiungimento  di una più adeguata coordinazione della mano. Il potenziamento ha una buona efficacia se si fa prima dei 10 anni d’età, dopo è più complicato ottenere un reale ed effettivo miglioramento.

 

La DISORTOGRAFIA è il disturbo specifico che coinvolge la correttezza della scrittura, cioè l’ortografia, intesa come la capacità di scrivere rappresentando correttamente i suoni e le parole della propria lingua.

 

Da che cosa deriva la disortografia?

La capacità che chiamiamo transcodifica (cifratura del linguaggio) del linguaggio orale nel linguaggio scritto si manifesta con errori fonologici e lessicali:

• Gli errori fonologici rappresentano la capacità compromessa di far corrispondere il suono al segno: ne sono esempi la sostituzione di lettere simili (t al posto d, b al posto di v), l’aggiunta o la mancanza di lettere e sillabe, inversioni di lettere all’interno di una parola.

• Gli errori lessicali sono, per esempio, le separazioni e fusioni illecite (“la voro” invece di “lavoro” “ilcane” invece di “il cane”) e gli scambi o le omissioni di grafemi come “o” al posto di “ho” o “qucina” invece di “cucina”, l’aggiunta o l’omissione di lettere doppie.

 

La DIAGNOSI si effettua dalla fine della seconda elementare con prove di dettato di brano, dettato di parole, dettato di non parole.

 

Che cosa si può fare? A scuola è importante valutare il contenuto di quello che viene scritto e non gli errori, tempo in più, compensare le prove scritte in prove orali.

 

Potenziamento: L'obiettivo del potenziamento è ridurre il numero di errori (fonologici o lessicali).

Disgrafia e Disortografia

La DISCALCULIA è il disturbo specifico dell’apprendimento che corrisponde alla difficoltà di apprendere la matematica: si manifesta con errori del calcolo, difficoltà nelle operazioni scritte o a mente. Oppure difficoltà nel manipolare la quantità numerica.

 

Da che cosa deriva la discalculia?

Deriva da una difficoltà nell’acquisire l’automatismo del calcolo o a elaborare i numeri.

 

Diagnosi: diversamente dagli altri dsa si aspetta la fine della terza elementare.

 

Cosa si può fare? A scuola lo strumento compensativo indispensabile è la calcolatrice. 

 

Potenziamento del calcolo e strategie di calcolo diverse da quelle solite.

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Attività in quarantena con i bambini: l'agenda settimanale

 

Gestire il tempo in casa può essere molto difficile per una famiglia che si deve adoperare per scampare alla noia e cercare di proporre al bambino (o bambini) delle attività sempre nuove e coinvolgenti.

Ormai la quarantena è in vigore da diverso tempo e i giorni passati in casa potrebbero iniziare a essere monotoni. Si ha la sensazione di vivere giornate sempre uguali ed è sempre più difficile trovare delle attività che ci permettano di passare del “tempo di qualità” insieme. Anche i bambini possono lamentare più spesso la sensazione di noia ed essere facilmente irritabili, manifestando sempre meno interesse alle cose che proponiamo.
Ho parlato IN QUESTO ARTICOLO su come gestire la quarantena con un bambino, con questo articolo e nei prossimi vorrei proporre alcune attività coinvolgenti e “diverse dal solito” da proporre ai vostri figli.

Oggi parliamo di:

Creare un'agenda settimanale

Come già detto, per un bambino che vive la quarantena è importante mantenere una routine quotidiana. Questo perché aleggia un senso di incertezza legata al futuro e la paura rischia di prendere il sopravvento. È importante, per un bambino così come per noi, rendere le giornate più “prevedibili” pianificando bene le attività giornaliere. Per fare ciò, un ottimo strumento è la costruzione di un’agenda settimanale da appendere in casa, affinchè i membri della famiglia possano decidere insieme le varie attività.

Costruzione dell'agenda:

Prendete un foglio bello grande (50x70 cm o anche più) e create una tabella con i giorni della settimana e le fasce orarie. Sbizzarritevi insieme utilizzando qualsiasi tipo di materiale artistico; potete usare tempere, pennarelli, colori per le dita, pongo…insomma qualsiasi cosa. “Sporcatevi le mani” insieme costruendo qualcosa di unico e di vostro. Se l’attività di costruzione dell’agenda è stata particolarmente apprezzata, potete pensare di cambiarla di settimana in settimana creando un’agenda sempre nuova. Appendete l’agenda in un punto della casa facilmente accessibile e visibile da tutti e discutete insieme sulle attività da pianificare.

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Le attività:

Potreste pensare ad una serata cinema, ad un giorno dove si cucina tutti insieme oppure a pianificare dei giochi da tavolo o un’attività fisica come gli allenamenti su YouTube o Yoga. Non dimenticatevi di inserire nell’agenda dello spazio per i “compiti”, che possono essere sia quelli scolastici e delle videolezioni, ma anche attività casalinghe come aiutare ad apparecchiare o sistemare la propria stanza. È importante essere i primi a rispettare le attività dell’agenda e dare il buon esempio, non possiamo pensare che un bambino segua delle indicazioni se non lo facciamo noi per primi.
Tutte le attività che trovate insieme si possono scrivere e disegnare su dei piccoli cartoncini o su post-it e attaccare sull’agenda. Anche la pianificazione stessa dell’agenda si può inserire come attività, magari la domenica per organizzare la nuova settimana che verrà.

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Attività in quarantena con i bambini: piantare un avocado

 

Gestire il tempo in casa può essere molto difficile per una famiglia che si deve adoperare per scampare alla noia e cercare di proporre al bambino (o bambini) delle attività sempre nuove e coinvolgenti.

Ormai la quarantena è in vigore da diverso tempo e i giorni passati in casa potrebbero iniziare a essere monotoni. Si ha la sensazione di vivere giornate sempre uguali ed è sempre più difficile trovare delle attività che ci permettano di passare del “tempo di qualità” insieme. Anche i bambini possono lamentare più spesso la sensazione di noia ed essere facilmente irritabili, manifestando sempre meno interesse alle cose che proponiamo.
Ho parlato IN QUESTO ARTICOLO su come gestire la quarantena con un bambino, con questo articolo e nei prossimi vorrei proporre alcune attività coinvolgenti e “diverse dal solito” da proporre ai vostri figli.

Oggi parliamo di:

Giardinaggio: piantare un seme di avocado

Non è obbligatorio avere il pollice verde per proporre a vostro figlio questa attività. Non è nemmeno necessario avere un giardino! Tutto quello che vi serve è un AVOCADO, facilmente reperibile dal fruttivendolo.
Dentro questo strano frutto tropicale si nasconde un grosso seme che è possibile fare germogliare per far crescere un piccolo albero di avocado in casa!

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Cosa vi serve:

  • 1 avocado
  • 4 stuzzicadenti
  • 1 bicchiere di plastica

La procedura è semplicissima: togliete il seme e pulitelo per bene, dopodiché è necessario lasciarlo in ammollo per metà in un bicchiere d’acqua. Per fare ciò prendete gli stuzzicadenti e infilzateli su 4 punti equidistanti e lasciatelo nell’acqua con la punta verso l’alto. Ci vorrà un po’ prima di vedere il germoglio ma la pazienza sarà sicuramente premiata! Lasciate a vostro figlio il compito di controllare il seme e cambiare l’acqua ogni 2 o 3 giorni e quando la piantina sarà cresciuta e sarà arrivata a 10-12 cm è tempo di metterla in un vaso con della terra.

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L’avocado è una pianta tropicale quindi tenetela in casa in un posto ben illuminato.

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#iogiocoacasa: il nuovo progetto di Cranio Creations che porta i giochi da tavolo in edicola

 

Cranio Creations, nota casa editrice di giochi da tavolo, ha comunicato ufficialmente la sua intenzione di raggiungere le case di tutti gli appassionati con una nuova iniziativa: #iogiocoacasa

Concentrarsi su attività da fare in casa, magari che ci appassionano, è sicuramente il modo migliore per passare la quarantena. In questi giorni molte famiglie si ritrovano a dover cercare delle distrazioni per non cadere nella noia e essere assorbiti dalle emozioni negative.
Una buona notizia viene dalla famosa casa editrice Cranio Creations che, attravarso un comunicato su Facebook, ha deciso di uscire per la prima volta in edicola con una serie di giochi da tavolo allegati ad un volume di 12 pagine.

Nasce così il progetto #iogiocoacasa

Abbiamo pensato a come raggiungervi, anche in questo momento di difficoltà, per portarvi divertimento e stimolo per la mente, direttamente a casa.
Con il progetto #iogiocoacasa, Cranio Creations arriva per la prima volta nelle edicole, per cercare di aiutarvi durante questa lunga e difficile quarantena.

A partire da lunedì 6 aprile, in tutte le edicole sarà distribuito un volume di 16 pagine con allegato un gioco da tavolo al prezzo di 11,90€. La rivista è a numero unico, in cui si potrà trovare uno dei 13 giochi da tavolo disponibili, titoli adatti a tutti, dai bambini alle famiglie fino ai giocatori più esperti. 

Sicuramente i giochi da tavolo in famiglia sono uno dei migliori modi per vivere la quarantena e distrarsi dalle innumerevoli notizie allarmistiche di questi giorni. Coinvolgono grandi e piccoli e permettono di riscoprire i lati positivi del passare del tempo (di qualità) insieme.

 

Ecco un elenco dei giochi che troverete, buon divertimento!

  • Insoliti Sospetti
  • The potion
  • Soqquadro, Soqquadro Visual, Soqquadro Outdoor
  • Acchiappa il Topo
  • 7 Rosso
  • Nimble
  • Penk!
  • Magic Mandala
  • Jungle Race
  • A voi la scelta!
  • Terra Nova
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Come gestire la quarantena con un bambino

 

La situazione di emergenza, dovuta alla pandemia da COVID-19 mette a dura prova tutte quelle persone che, costrette in casa, sono bombardate da notizie allarmistiche. Tutto questo genera pensieri ed emozioni negativi e, più in generale, si è chiamati a gestire un forte stress.

In questo duro periodo, uno dei contesti più difficilmente gestibili è quello familiare; genitori e bambini, infatti, risentono di un forte stress e devono far fronte ad un nuovo tipo di quotidianità. Non è importante solo “riempire” la giornata, ma anche prestare attenzione al modo in cui vengono praticate determinate attività e come condividere con i più piccoli quello che sta accadendo.

Ecco quindi 3 consigli su come gestire la quarantena con un bambino.

1. Parlare di quello che sta accadendo

Proviamo per un attimo a metterci nei panni di un bambino che da un giorno all’altro si ritrova a casa da scuola e non può uscire di casa. Vede il babbo e la mamma preoccupati, sa che c’è questo strano coronavirus di cui tutti parlano che fa stare male le persone. Sente alla televisione del numero di contagi e del numero di morti, vede dalla finestra che in giro non c’è nessuno, non passano più macchine. Come si potrà sentire? Quali emozioni proverà? Qui è importante che i genitori facciano chiarezza, spiegando bene la situazione attraverso un linguaggio semplice e con tranquillità. Questo è fondamentale perché altrimenti il bambino quella spiegazione “se la trova da solo”, si farà, quello che chiamo, il “film brutto” perché molto spesso l’incertezza ci porta a immaginare la situazione peggiore. È importante condividere lui anche le nostre preoccupazioni, fargli capire che è normale avere paura perché ce l’hanno anche i grandi ma sempre rassicurandolo.

2. Impostare una routine

È molto importante che in famiglia si mantenga una routine. Mettete la sveglia, dedicate alle attività quotidiane il tempo necessario, tipo fare colazione tutti insieme, proponete a vostro figlio degli esercizi di ginnastica da fare insieme (sono perfetti gli esercizi video guidati su YouTube). La casa deve essere un luogo in cui star bene, in cui si gioca e ci si diverte. Sono perfetti i giochi da tavolo da fare con tutta la famiglia, oppure attività creative o artistiche. Potete seguire delle video-lezioni di cucina e magari cucinare insieme una torta, un pasto. Lasciate al bambino lo spazio per svolgere i suoi compiti in autonomia e, naturalmente, anche uno spazio di “decompressione” con tv e cartoni.

3. Mantenere i contatti con amici e parenti

Così come noi, anche i più piccoli hanno bisogno di coltivare le loro amicizie e, ora più che mai, sentire la vicinanza degli altri. Potete programmare con vostro figlio delle videochiamate a qualche amico o a qualche parente, oppure approfittare del momento per insegnargli ad utilizzare la tecnologia in modo sapiente. Questo permetterà di vedere il telefono o il computer non soltanto come un gioco, ma come un mezzo che mette in contatto le persone.

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Dal CNOP la guida anti-stress per i cittadini in casa

 

Dal Consiglio Nazionale Ordine Psicologi (CNOP) una "guida anti-stress" che lancia un messaggio ai cittadini:

"Siamo al vostro fianco"

La guida messa a disposizione dei cittadini elenca 20 punti per affrontare al meglio l'emergenza sanitaria e gestire lo stress legato a questa situazione.

Eccola qui di seguito.

La professione psicologica è solidale ed è al fianco della popolazione italiana di fronte all'emergenza.

1. GESTIRE LO STRESS E SVILUPPARE RESILIENZA

E' bene avere chiaro che lo stress è una reazione di adattamento che dipende molto dal modo in cui vediamo gli eventi e le situazioni che affrontiamo. Con “re-silienza” si indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi negativi e può essere potenziata da ciascuno di noi, soprattutto quando siamo motivati a farlo da circostanze particolari.

Per svilupparla occorre adottare un atteggiamento costruttivo, organizzarsi restando sensibili ed aperti alle opportunità che la vita può offrire in ogni situazio-ne, anche negativa, senza alienare la propria identità. Con un atteggiamento resi-liente possiamo gestire al meglio il nostro stress, utilizzando le nostre risorse in modo utile per noi stessi e chi ci circonda.

Ad esempio la casa può essere vista come rifugio anzichè come prigione, il tempo come ritrovato anzichè perso.

 

2. RISCOPRIRE LE PROPRIE RISORSE...

Abbiamo la preziosa occasione, oltre a provare semplicemente a rilassarci, di imparare anche ad annoiarci un po'.

Questo tempo ritrovato può essere un buon momento per riorganizzare il nostro quotidiano.

 

3. ...E DARE DIGNITÀ AD OGNI ASPETTO DELLA GIORNATA

Fronteggiamo coraggiosamente una routine giornaliera completamente diversa e per lo più rallentata da quella nostra solita.

Sembra importante sottolineare piccoli gesti ed abitudini regalando loro spazi e tempi differenti: il rito della colazione, le grandi e piccole abluzioni, la cura del nostro corpo, la lettura dei quotidiani (senza sovraesporsi a notizie ansiogene), le pause caffè, l'aperitivo serale, il preparare i pasti, l'organizzare il tempo da dedi-care ad un buon film o alla lettura di un libro oltre certamente ai tempi di lavoro. In questo particolare momento ognuna di queste (ed altre) attività riconquista dignità e tempo.

 

4. GESTIRE LE EMOZIONI NEGATIVE

E' importante ricordare che la percezione della realtà può cambiare molto nel momento in cui proviamo emozioni negative: ad esempio, quando siamo agitati, la nostra percezione del rischio può cambiare grandemente.

Un buon modo per liberarsi dal carico di emozioni che comprensibilmente si agi-tano dentro di noi in questi giorni è quello innanzitutto di riconoscerle per quello che sono (ad esempio: “mi sento spaventato” oppure “mi sento triste”) e poi pro-vare a lasciarle andare, senza tentare di risolverle, controllarle o nasconderle.

Un consiglio pratico è quello di tentare semplici tecniche di rilassamento (ad esempio concentrandoci per 5-10 minuti su un respiro lento e regolare).

 

5. APRIRE LA MENTE ALL'ALTRO...VICINO

Condividere alcune preoccupazioni e paure, inoltre, è il modo migliore per affrontare i timori che possono derivare dall'incertezza e dalla precarietà di que-sti giorni. Spesso ciò che ci fa paura, fa paura anche agli altri.

Tenere presente che tutte le emozioni che si provano e le reazioni che si hanno in questo momento sono condizionate dalla situazione particolare in cui ci troviamo e quindi spesso vengono amplificate dalla limitazione della libertà personale. Tenuto conto di questo e presa consapevolezza di ciò è possibile leggere queste emozioni in ottica nuova e prendere la giusta distanza.

 

6. APPLICARE IL MINIMALISMO DIGITALE

Mai come in questo periodo può tornare utile una “dieta” digitale: prenderci un

momento per riflettere sul valore che hanno per noi i social: cosa aggiungono alla nostra quotidianità? cosa tolgono? qual è il migliore uso che possiamo farne per arricchire la nostra vita?

Essere bombardati di informazioni dalla mattina alla sera perchè guardiamo com-pulsivamente il cellulare, più che rassicurarci rischia di aumentare il carico cogni-tivo e di conseguenza la sensazione di essere costantemente sotto-pressione: meglio limitarsi a consultare le fonti ufficiali, evitare il passaparola e aggiornarsi una/due volte al giorno sull'evolversi della situazione.

 

7. LAVORARE DA CASA, COME RIORGANIZZARE LE PROPRIE ABITUDINI QUOTIDIANE

Per chi continua a lavorare da casa è importante organizzare la propria giornata con limiti e routine. Separare il più possibile gli ambienti di lavoro da quelli casa-linghi, mantenere degli orari di lavoro definiti, prendersi cura di sé come se ci si preparasse per una giornata qualsiasi (niente è più deleterio dell'effetto tuta da ginnastica tutto il giorno), approfittarne per sostituire il panino mangiato a pranzo in tutta velocità con un pasto sano ed equilibrato.

 

8. NON DIMENTICARE L'ATTIVITÀ FISICA

Un aspetto da non dimenticare, soprattutto quando le uscite e il movimento fisico sono limitati al minimo, è l'importanza dell'attività fisica.

Sono innumerevoli le ricerche che mostrano come il moto fisico abbia benefici sulla nostra capacità di concentrarci, sull'umore, sul sonno e in generale sul benessere psicologico, aiutando a scaricare la tensione, liberando endorfine, e spostando l'attenzione dal rimuginio alle sensazioni corporee.

Per questo motivo, alcune strategie pratiche per mantenersi attivi durante la qua-rantena possono essere: alzarsi dalla sedia dove si lavora ogni 50 minuti e fare qualche esercizio di stretching, dedicare una mezz'ora ogni giorno a qualche eser-cizio a corpo libero che aiuti ad aumentare la frequenza cardiaca e ad attivarci fisicamente.

 

9. SOCIALIZZA, ADESSO HAI TEMPO PER FARLO

Sembra un paradosso, ma questo è il momento migliore per fare buon uso dei mezzi di comunicazione e dedicare del tempo per chiamare un amico (o per organizzare un aperitivo via Skype), o passare del tempo con le persone con cui magari condividi la quarantena (quante volte ti sei detto: dovrei passare più tempo con i miei familiari?).

Di fronte a restrizioni così importanti della nostra libertà la spinta creativa ha fatto e sta facendo da contraltare generando simpatiche iniziative corali.

La ricerca di vicinanza sembra fisiologica ritrovando nello sguardo del vicino di casa e nella voce del nostro dirimpettaio una piccola tregua all'isolamento auto ed etero imposto. La capacità di iniziative come quelle dei FlashMob è di formare gruppi “virtuali”, in un momento in cui l'aggregazione fisica è vietata.

Hanno soprattutto il merito di distrarre le persone allontanandole dalla routine quotidiana e anche da qualche pensiero negativo!

 

10. ASCOLTARE I BAMBINI...

È importante spiegare ai bambini questo nostro particolare presente, senza mentire. Le bugie creano confusione e paura.

Certamente le parole e i mezzi da usare devono essere adatti all'età del bambino ed essere rispettosi delle diverse fasi evolutive. Parole semplici, immagini, giochi, filmati appropriati possono aiutare i bambini a elaborare la situazione in base alle proprie capacità di comprensione.

Con vocabolari a volte molto distanti dal nostro, anche bambini e adolescenti stanno imparando a dare un senso a questa esperienza. Possiamo aiutarli ascoltandoli, stimolandoli ad accedere a fonti d'informazione ufficiali, ad utilizzare questo tempo per continuare con i loro studi, anche se online, e magari approfittarne per lasciare libera la creatività dedicandosi a hobbies e passioni (rigorosamente casalinghi!).

 

11. ...GLI ADOLESCENTI

Ricordiamoci di puntare sulla responsabilità degli adolescenti! Con vocabolari a volte molto distanti dal nostro, anche gli adolescenti stanno imparando a dare un senso a questa esperienza. Bisogna parlarle e condividere le fatiche e i dolori. Possiamo aiutarli ascoltandoli, stimolandoli ad accedere a fonti d'informazione ufficiali, ad utilizzare questo tempo per continuare con i loro studi, anche se online, e magari approfittarne per lasciare libera la creatività dedicandosi a hobbies e passioni (rigorosamente casalinghi!).

Diamo loro dei compiti in casa adatti alle loro capacità e i loro talenti all'interno di un programma familiare condiviso. Lasciamo degli spazi virtuali privati e preservati per la loro intimità.

 

12. ...E GLI ANZIANI

Gli anziani sono senza dubbio una, se non la, categoria più a rischio e non soltanto a livello medico. A causa delle limitazioni, molti di loro si trovano ancor più soli ed isolati di quanto avviene normalmente. Il consiglio è quello di non alimentare l'isolamento ma cercare per quanto possibile di contrastarlo. In questo senso, mantenere i contatti con i familiari o gli amici è essenziale in quanto, non solo possono rallegrare l'umore e aiutare a trascorrere le giornate, ma anche a “non lasciarsi andare”.

Sapere che le persone care non li hanno dimenticati ma sperano, come loro, che la quarantena finisca per ritrovarsi e passare del tempo insieme aiuta a non perdere la speranza e la positività. È un momento nuovo anche per loro, abituati a tempi forse ancora più difficili in cui veniva richiesto l'impegno di salvare il paese scendendo in campo; adesso devono imparare a fare uno sforzo ancora più grande: combattere restando a casa. Possiamo anche aiutare materialmente - per quanto possibile - qualche anziano vicino di casa con dei gesti concreto di solidarietà.

 

13. UN OCCHIO DI RIGUARDO ALLA COPPIA

Prendersi i propri spazi e rispettare, allo stesso tempo, gli spazi dell'altro. In questi

giorni, condividere momenti insieme programmati come ad esempio una cena romantica o un'attività da fare insieme, riscoprire i giochi da tavola o guardare un film, diventa un modo per stare insieme e condividere. Avere un obiettivo condiviso può aiutare a sopportarsi e supportarsi di più. La convivenza forzata può creare disagi, incomprensioni, discussioni. Risolvere subito il problema, chiarendo i malintesi, è la via per mantenere un clima sereno in casa.

Consigliamo di rispettare i silenzi e i momenti di solitudine dell'altro che, oggi più che mai, appaiono preziosi: pensare, ragionare, rilassarsi in solitudine può spesso essere la via per abbandonare pensieri negativi e riscoprire sé stessi.

 

14. NON DIMENTICARE IL TEMPO PER IL RIPOSO

Insieme all'attività fisica e all'alimentazione, un fattore importantissimo per il nostro benessere è il riposo notturno. Concediti almeno un'ora lontano dai social e dalle luci dei nostri svariati dispositivi per decomprimere alla fine della giornata: una doccia calda, una tisana, la lettura di qualche pagina di un libro, una musica rilassante, ci accompagnano verso un sonno ristoratore, fondamentale per recuperare le energie e anche aiutare il nostro sistema immunitario.

 

15. PROVARE AD IMPARARE NUOVE ABITUDINI

Abbandonata la nostra routine abituale spesso affollata scopriamo ora di avere tempo per fare cose nuove o per dedicarsi a piccole attività che abbiamo dimenticato o procrastinato. Per deformazione professionale in questo piccolo vademecum scritto da psicologi suggeriamo come esempio quello di trascrivere i propri sogni. Buona prassi dice di lasciare un quaderno ed una penna vicino al letto di modo da trascrivere i sogni appena svegli, riuscendo così a recuperare più dettagli e sfumature.

 

16. NON VIVERE SOLO DI CORONAVIRUS!

Nonostante la realtà attorno a noi ce lo ricordi costantemente, è importante provare a portare la nostra attenzione anche su altro: un libro che volevamo leggere da tempo, l'ultima serie di Netflix, il tuo disco preferito… Concentrarsi su altro è il miglior rimedio contro il rimuginio.

 

17. RIFLETTERE SULLA GESTIONE DELLA PAURA

Certamente la situazione di emergenza senza precedenti che stiamo vivendo in queste settimane ha suscitato paura a vari livelli. La paura è un'emozione naturale che evolutivamente ci ha consentito di sopravvivere, facendo aumentare il livello di attenzione e preparando il corpo a scattare e rispondere in caso di pericoli improvvisi. Tuttavia, oggi che non abbiamo (fortunatamente) l'esigenza di attivarci per sfuggire a pericoli materiali concreti, non di rado la paura si trasforma in ansia, una spiacevole sensazione che anticipa e amplifica le conseguenze di quegli stessi pericoli che a mente fredda giudicheremmo innocui. In questo senso l'ansia può diventare disadattiva, facendoci assumere una prospettiva acritica che ci porta a reagire impulsivamente, senza riflettere. Avere la “giusta” paura non solo è normale ma ci protegge dal pericolo di essere contagiati e contagiare, spingendoci dunque ad attuare tutte le misure preventive e cautelative che il Governo ci ha invitato ad intraprendere.

 

18. MA ANCHE SMETTERE DI PENSARE AD ESSA

In questo senso, è cruciale riuscire a ritagliarsi momenti durante i quali non pensare all'emergenza, parlare d'altro, fare altro. Questo non solo ci consente di mantenerci il più vicino possibile alla quotidianità, ma anche di rivivere quelle emozioni positive che sembra abbiamo dimenticato. La psicologa americana Barbara Fredrickson ha evidenziato come le emozioni positive (es. gioia, interesse, curiosità) siano in grado di ampliare il nostro repertorio di pensieri ed azioni. Per così dire, essere positivi ed entusiasti ci consente di non entrare nel tunnel della paura, contrastando gli effetti negativi dell'ansia e promuovendo un approccio più proattivo e intraprendente.

 

19. SFORZARSI DI TROVARE QUALCHE ASPETTO POSITIVO

In tal senso, è bene ricordare di osservare le cose dalla giusta prospettiva.
Finalmente abbiamo a disposizione tutto quel tempo che quotidianamente rivendichiamo per fare questo o quello, eppure ci lamentiamo non sapendo cosa farcene. Re-impariamo ad organizzare la nostra giornata, dandole comunque un significato e uno scopo, trasformandola nell'occasione per scoprire ciò a cui teniamo di più.

In una società che ha perso di vista l'oggi, concentrandosi su scadenze da rispettare e appuntamenti da programmare, dobbiamo imparare ad accettare che ci si può fermare e rimandare. Cogliamo così l'occasione per riflettere sull'occasione che abbiamo di poter stare a casa e ringraziamo davvero tutti coloro che a casa non possono stare. Perché malati, perché impegnati a salvare vite, o dediti a coltivare, produrre e vendere alimenti e beni di prima necessità.

 

20. DOVE POSSO TROVARE SUPPORTO PSICOLOGICO?

In queste settimane stiamo assistendo all'attivazione di psicologhe e psicologi da tutta Italia. Sul sito nazionale del CNOP trovi alla voce #psicologicontrolapaura materiale informativo su come affrontare psicologicamente l'emergenza.
Abbiamo suggerito a tutte le persone che sentono un particolare disagio psicologico di chiedere, senza timore o vergogna, un aiuto professionale. Sempre sul sito CNOP trovi #psicologionline che ti consente di trovare tutti gli Psicologi e Psicoterapeuti disponibili per teleconsulti ed interventi online in tutta Italia. LINK QUI

Per qualsiasi cosa, contattami utilizzando il form su questa pagina

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Maschera da snorkeling Decathlon come respiratore grazie alla stampa 3D

 

Grazie all'idea di un ex primario dell’Ospedale di Gardone Val Trompia, si potrà trasformare la maschera Easybreath di Decathlon in una maschera per respiratori ospedalieri.

L'idea è venuta ad un ex primario dell’Ospedale di Gardone Val Trompia, in provincia di Bescia, il dottor Renato Favero, che conosceva la maschera Decathlon, il quale ha contattato la società Isinnova, costituita da un team di ingegneri, designer ed esperti di comunicazione che si dedica alla raccolta di idee per trasformarle in oggetti concreti, la quale stava realizzando in stampa 3D le valvole di emergenza per respiratori.

Il dott. Favero ha contattato Isinnova con una richiesta di aiuto:

Ho l'idea di trasformare una maschera da sub in un ventilatore. Mi date una mano?

Il Dottor Favero ha condiviso con noi un’idea per far fronte alla possibile penuria di maschere C-PAP ospedaliere per terapia sub-intensiva, che sta emergendo come concreata problematica legata alla diffusione del Covid-19: si tratta della costruzione di una maschera respiratoria d’emergenza riadattando una maschera da snorkeling già in commercio.

Così, sette giorni dopo, è nato il primo prototipo della “Valvola Charlotte“, che permette di trasformare la maschera da snorkeling Easybreath in una maschera C-PAP ospedaliera per terapia sub-intensiva, grazie anche all'aiuto da parte di Decathlon che, contattata da Isinnova, ha immediatamente fornito i progetti CAD della maschera permettendo di velocizzare il processo di studio e progettazione della valvola.

Il prototipo è stato testato direttamente nell’ospedale di Chiari, nel bresciano, “e si è dimostrato perfettamente funzionante”.

La società precisa che

La valvola Charlotte è stata brevettata ‘per evitare eventuali speculazioni sul prezzo del componente’, ma tale brevetto ‘rimarrà ad uso libero perché è nostra intenzione che tutti gli ospedali in stato di necessità possano usufruirne’

Questo significa che chiunque può accedere ai file del progetto e stampare in 3D la valvola a condizione che non sia utilizzata per scopi commerciali.

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Tre buone pratiche per affrontare il coronavirus

 

Il Consiglio Nazionale Ordine Psicologi ha messo a disposizione per i cittadini a casa una guida su come affrontare l'emergenza coronavirus con il miglior atteggiamento psicologico e gestire lo stress legato a questa situazione

Questo breve vademecum non vuole essere esaustivo né sostituirsi ad un aiuto professionale. E’ un contributo per riflettere ed orientare al meglio i nostri pensieri, emozioni e comportamenti – individuali e collettivi – di fronte al problema Covid-19. Pochi minuti del vostro tempo per una lettura che ci auguriamo possa esservi utile.

David Lazzari – Presidente CNOP – 26 febbraio 2020

#psicologicontrolapaura

Con l'hashtag #psicologicontrolapaura il CNOP mette a disposizione una guida in 10 punti per affrontare questa emergenza coronavirus attraverso comportamenti adeguati, pensieri corretti ed emozioni fondate.

Ne condivido le tre buone pratiche per affrontare il coronavirus.

01.

Evitare la ricerca compulsiva di informazioni

Abbiamo visto che è normale e funzionale, in chiave preventiva, avere paura davanti ad un rischio nuovo, come l’epidemia da coronavirus: ansia per sé e i propri cari, ricerca di rassicurazioni, controllo continuo delle informazioni sono comportamenti comprensibili e frequenti in questi giorni. E tuttavia la paura si riduce se si riflette sul suo rapporto con i pericoli oggettivi e quindi si sa con chiarezza cosa succede e cosa fare.

02.

Usare e diffondere fonti informative affidabili

E’ bene attenersi a quanto conosciuto e documentabile. Quindi: basarsi SOLO su fonti informative ufficiali, aggiornate e accreditate.

Ministero della Salute

Istituto Superiore di Sanità

Al Ministero della Salute, alla Protezione Civile, e al Sistema sanitario nazionale e regionale lavorano specialisti esperti che collaborano per affrontare con grande rigore, attenzione e con le risorse disponibili la situazione in corso e i suoi sviluppi.

03.

Un fenomeno collettivo e non personale

Il Coronavirus non è un fenomeno che ci riguarda individualmente. Come nel caso dei vaccini ci dobbiamo proteggere come collettività responsabile. I media producono una informazione che può produrre effetti distorsivi perché focalizzata su notizie in rapida e inquietante sequenza sui singoli casi piuttosto che sui dati complessivi e oggettivi del fenomeno. E’ importante tener conto di questo effetto.

Leggi l'articolo completo sul sito del CNOP

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